La valutazione del rischio stress lavoro-correlato e le eventuali azioni conseguenti non sono solamente una pura e semplice prevenzione di un rischio della salute in ambito lavorativo,
ma un modo diverso e sostanzialmente nuovo di concepire il lavoratore, il lavoro e l’organizzazione.
Il D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 consente di porre le basi per ridisegnare la materia della salute e sicurezza sul lavoro in un'ottica di sistema, con una strategia attenta di sviluppo organico e integrato del sistema uomo-organizzazione.
L’introduzione del rischio stress lavoro-correlato fra i rischi professionali e la sua equiparazione con quelli fisici, porta le organizzazioni a dover rivedere anche il modo di programmare le attività lavorative.
Dal mio punto di vista l’attività di gestione del rischio deve essere volta a costruire una conoscenza condivisa dell’incidenza dello Stress-Lavoro Correlato nelle aziende, ma la sua finalità globale deve consistere nel porre i presupposti per impostare una serie di azioni di miglioramento che possano incidere concretamente sull'organizzazione e migliorare il clima interno e le performances lavorative, in quanto la riduzione dello Stress lavoro-correlato si caratterizza per la sua forte spinta al miglioramento sia della performance individuale sia aziendale.
Durante la loro attività lavorativa gli operatori sanitari delle strutture ospedaliere e
territoriali sono esposti a numerosi fattori che possono essere dannosi sia per la salute sia per la sicurezza.
Tra questi assume particolare rilevanza il rischio di affrontare un’esperienza di violenza che
può consistere in aggressione, verbale o fisica o altro evento criminoso risultante
in lesioni personali importanti o morte.
Il verificarsi di episodi di violenza fisica o psicologica nell’ambiente di lavoro si riflette
negativamente non solo sulla persona coinvolta, ma anche sulla sua operatività e su quella della
organizzazione sanitaria.
Ogni atto di violenza (fisica e psicologica) ha delle conseguenze sulla salute fisica e psichica dell’operatore coinvolto.
La sofferenza e l’umiliazione che scaturiscono da un episodio di violenza possono determinare una perdita di motivazione, di fiducia e una riduzione dell’autostima.
Ciò può comportare, sia nell’immediato, che a lungo termine, disaffezione al lavoro, svalutazione delle capacità professionali con diminuzione dell’efficacia operativa individuale e di gruppo, oltre ad una rottura delle relazioni interpersonali.
Per tutto ciò intervenire per ridurre questo rischio, oltre ad un obbligo insito nel decreto 81/08 si rivela fondamentale per promuovere la qualità della vita e per accrescere la percezione di sicurezza effettiva del personale delle aziende sanitarie.
Uno degli strumenti principali nella gestione dei rischi è la formazione e per questo, oltre alla scuola di Psicoterapia, che mi ha fornito fondamentali elementi per la gestione dei gruppi e dei contesti formativi, ho conseguito l’abilitazione a Formatore della sicurezza, ai sensi del DM 6/3/2013.
Attività clinica attraverso l’applicazione de Giorgio Nardone’s Model: modello di Terapia Breve Strategica ai vari disturbi psicologici
Psicoterapia individuale e di coppia
Consulenza Strategica
Firenze - Via degli artisti 17/A